Da qualche tempo avevo un post sulla punta delle dita. Letteralmente. Per me le mani sono antenne, archivio, strumento. Ecco la mia versione dei fatti, volete darmi la vostra? Vi avviso: il mio è un volo pindarico, però… io ci credo! 🙂
Per me scrivere – per un’azienda, per un bambino, per un adulto, per un amico, per me – significa metterci tutta me stessa, comprese le mani. Come corollario, alla fine di certe sere ho più appunti sul dorso delle mani che sui post-it che tendo a disseminare ovunque.
Il tempo che utilizzo per scrivere è molto minore rispetto al tempo in cui – nella mia testa e soprattutto nelle mie mani – si forma ciò che andrò a stendere sullo spazio bianco. Questo continuo stratificarsi è anche ciò che, tra gli altri fattori, favorisce l’efficacia: scrivere la cosa giusta al momento giusto.
Un processo che porta a generare la parola. Dentro un nido, in un luogo caldo, in un luogo vissuto. Empatia, contesto, pertinenza. E da ogni contenuto nasce a sua volta qualcosa. Nuove connessioni, relazioni, interazioni. Che hanno bisogno di essere coltivate, e quindi di tempi lunghi per portare a ciò che è duraturo. Ogni testo, per breve che sia il contenuto, così come ogni immagine, ha motivazioni e conseguenze.
Scrivere è un piccolo modello di vita. C’è sempre un prima, c’è sempre un dopo. Nulla nasce dal nulla, ma in un contesto reale che bisogna conoscere bene, all’interno del quale occorre ogni volta compiere delle scelte in una direzione ben precisa.
Ho le mani in pasta perché quando sollevo le dita per una pausa o alla fine della giornata mi sembra di avere i comandi da tastiera ancora incollati ai polpastrelli. Ho le mani in pasta perché quando prepariamo dolci e pizzette con il pargolo mi ritrovo a pensare per hashtag a tema cucina, mamme e bambinerie.
Ho le mani in pasta perché anche se questo maledetto raffreddore da elefante mi assedia ormai da oltre una settimana (e oggi è il giorno del mal di testa, yuppi) cerco di non farmi mettere ko e piuttosto che abbandonarmi a lui mi invento cose nuove da fare e da scrivere.
Finché ci sono consapevolezza, testa, cuore… c’è speranza. Anche per la scrittura! 🙂
Buona serata a tutti voi!
Una risposta su “Scrivere. Con le mani in pasta”
[…] Per una mia prediposizione personale mi segno tutto in modo analogico su carta, biglietti, agenda. Se non facessi così, ho la sensazione che non potrei avere mai la testa libera, sarei sempre impegnata a ricordare forzatamente e non darei nessuno spazio alle prime scintille di immaginazione che poi, con adeguato processo, portano alla creatività. […]