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Parole melodiche

Che cos’è la melodia delle nostre parole? Lo lascio raccontare a Maria Grazia Tirasso e a Francesco Nardi.

Forse sai già che ho un debole per gli sconfinamenti, le associazioni di idee, i salti di senso: a volte appaiono bizzarri, quasi sempre si rivelano utili per dare forza alle parole e al contesto in cui sono inserite.

E allora, sulla scia delle parole metodiche comparse nel mio canale Telegram qualche giorno fa, ecco le parole melodiche.

Le parole melodiche sono nate non solo per un effetto di rima che ha lavorato nella mia mente, ma anche per l’interesse che ho negli ultimi tempi verso il concetto stesso di melodia.

La melodia non è strettamente connessa alla scrittura di un testo, lo è quando si tratta della sua lettura a voce alta. 

Ma allora, perché ho in testa la melodia? Perché si tratta di un concetto che potrebbe arricchire ogni tuo testo, in particolare se destinato a una presentazione pubblica a voce alta.

Grazie al bel libro Metterci la voce di Maria Grazia Tirasso e Francesco Nardi, realizzato in collaborazione con Sandro Ghini, sto approfondendo l’aspetto legato alla melodia della nostra voce, sia perché amo la lettura a voce alta, sia perché usare la voce come primo step di verifica di un testo scritto è davvero utile e funzionale.

Ma che cos’è la melodia? E, in particolare, che cos’è la melodia delle nostre parole? Lo lascio raccontare a Maria Grazia e a Francesco:

«L’ambito melodico riguarda anche – e forse soprattutto – il fatto di variare i toni, ossia le altezze del suono, ma nello specifico, quello delle parole all’interno della frase, ossia la modulazione connessa al senso di quanto o diciamo o leggiamo […]. È nel momento di riprodurre leggendo o recitando che la cosa diventa impegnativa, perché non siamo i soli artefici della comunicazione, ma la stiamo attivando in un momento dedicato, attraverso un filtro dato dal testo che il più delle volte non abbiamo scritto noi».

Anche se la melodia è qualcosa di slegato dal testo scritto fruito silenziosamente, suggerisco spesso di leggere i testi scritti, anche se destinati a una lettura silenziosa – sia on line sia off line – a voce alta, per avere una prima valutazione da parte del nostro puntigliosissimo giudice interno. Il quale, ti assicuro, raramente lascerebbe il testo così come lo abbiamo redatto nella sua versione zero. Ed è una grande fortuna da valorizzare.

Prendi in considerazione il fatto di verificare sempre il tuo testo scritto con la lettura a voce alta, da parte tua ma anche di una persona di fiducia. Puoi scoprire, tra l’altro, un mondo sonoro da portare anche nei testi che scrivi ogni giorno.  

Di Federica Segalini

🌱 Allenatrice di voce scritta. Ex copywriter ed ex ghostwriter, ti accompagno a scrivere in concretezza. Valori, identità personale e professionale, sguardo sul mondo sono la tua voce unica: trova la tua voce scritta.

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