Ti offro un caffè, ma non è il solito caffè. Un nuovo anno è alle porte, si chiama 2018. Ti lascio una piccola riflessione e un desiderio, a partire da un gesto molto concreto.
Ho un desiderio: rubare tempo al tempo, catturare il poco tempo che ho e dargli più valore possibile.
Da quando sono mamma per la seconda volta questa urgenza si è rafforzata e ha semplicemente amplificato in me la percezione di una esigenza che è di tutti.
Da circa due anni, complice anche il fatto che lavoro in casa e non tutti i giorni incontro persone, prendo pochissimi caffè durante la giornata.
In più, attualmente la mia colazione parte da un caffelatte composto di latte caldo, miele e caffè solubile. Caffè solubile, ahimé e doppio bleah.
Questa scelta non è dettata da motivi di salute ma da una illusione di risparmiare tempo. Che invece è tempo perduto. Che non torna più.
In quei due minuti di preparazione della moka è racchiuso un mondo che ho bisogno di recuperare.
Svita, metti l’acqua, metti il caffè, avvita, posa sul fornello. E nel frattempo: annusa l’aroma, pregusta il tuffo del caffè nel latte oppure il caffè da solo, liscio o zuccherato, bollente o tiepido, come preferisci.
Dalla stanza accanto senti il borbottare del caffè che sale. Presto si ripeterà l’appuntamento quotidiano: quell’istante circondato da un prima e da un dopo, quando l’aroma del caffè rimane a farti compagnia nel naso e nella bocca dopo averlo bevuto, anche se velocemente.
Il gesto di fare e bere il caffè è un piccolo regalo che puoi farti ogni giorno, rubando tempo al tempo. Un tempo breve che ti regali, un fermarsi con te stesso che nessun altro può darti.
In questi mesi mi sono illusa di poter risparmiare sui piccoli gesti, e mi sono sbagliata.
Il gesto del caffè è solo un piccolo esempio del fatto che dedicare a noi stessi momenti anche molto brevi possa cambiare a fondo, un passo dopo l’altro, la qualità della nostra vita.
Non ho ancora ripreso a farmi il caffè con la caffettiera, ma lo prendo come impegno per il nuovo anno in arrivo.
Un impegno da non rimandare più, che da domani applicherò anche a tanti ambiti diversi: il tempo per una chiacchierata, per un gioco con i miei figli, il tempo per la musica, per la fotografia, per l’arte e per le passeggiate nella natura, in qualsiasi stagione. Il tempo per la bellezza.
Mentre preparo e bevo il caffè, riprendo per me il tempo lento che mi fa stare bene e di conseguenza fa stare bene le persone che ho intorno.
È una delle piccole scelte capaci di migliorare la vita di ogni giorno, da subito.
Vuoi prendere un caffè con me? Regalo a me e regalo a te questo tempo che ho riscoperto essere molto, molto prezioso.
9 risposte su “Il tempo lento di un caffè”
un the col latte, grazie!
Oh sì, per te va benissimo! L’importante è il significato che gli dai.
[…] Ti aspetto per un caffè, un caffè lento. […]
[…] ☕ L’obiettivo è generare una conversazione che sia piacevole e costruttiva per tutti. Naturalmente non è obbligatorio, ma: più tutti partecipiamo, più tutti impariamo. Intanto, posso offrirti un caffè? […]
[…] di contenuti in cui siamo immersi non solo ogni giorno, ma ogni istante. Occorre un connubio tra lentezza e velocità, tra osservazione e azione (osserv-azione), tra competenza e relazioni costruttive. […]
[…] Post completo qui […]
[…] ho fatto io nei giorni a cavallo tra anno vecchio e anno […]
[…] Grazie, Federica, per questa riflessione alla quale non voglio aggiungere nulla, per gustarla nella sua straordinaria completezza! Post completo qui […]
[…] [Federica] Pur non essendo una bevitrice seriale, il caffè è entrato nella mia attività di blogging fino a diventare una piccola metafora di vita che ho anche raccontato in un articolo di qualche tempo fa. Gradisci un caffè lento? […]