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Anche il copy ha un cuore (musicale)

Oggi vi racconterò una storia vecchia, cioè una storia che come tutte le storie vecchie non invecchia mai.

Oggi vi racconterò una storia vecchia, cioè una storia che come tutte le storie vecchie non invecchia mai.

All’inizio

All’inizio, come in tutti gli inizi che si rispettano, c’era qualcosa. C’era un cuore di carta. Non si capiva bene come avrebbe dovuto svolgersi la storia, comunque il cuore c’era, e da lì si sarebbe potuto forse costruire – o almeno immaginare, nella più prudente delle ipotesi – qualche cosa di nuovo.

(il cuore era disegnato in un angolo, nel bianco che correva intorno alla stampa di una foto di compleanno. Anzi: a guardare bene, all’inizio era un cuore di carta ritagliato e poi di nuovo incollato, carta su carta)

All’inizio era un cuore polveroso, appassionato di libri e di pagine da sfogliare. Poi a poco a poco annusò aria diversa e, pur senza abbandonare la polvere e i segnalibri tradizionali, si tuffò in una faccenda più complicata: parole per immaginare, immagini per parlare, pixel e rudimenti di html, condivisione, interazione, comunicazione.

Senonché

Senonché, ad aumentare le vibrazioni di un cuore così assetato, che forse già bastavano, giunse una nuova sollecitazione.

Se l’esperienza – piccola e comune – di un coro di paese dotato di ottimi maestri può dare spunti utili e impensati, così accadde per quel cuore mai esausto.

Quel cuore di carta in perenne movimento scoprì, o gli sembrò di riscoprire, come fosse la cosa più naturale del mondo, qualcosa di molto bello.

Scoprì

Scoprì la fluidità, la cadenza, l’impronta musicale (oddio, ho detto la parolaccia, chi fa davvero musica mi perdoni) che possono avere i testi pensati e letti, i suoni differenti di parole diversamente accostate.

Scoprì l’effetto dirompente di una parola breve o la marcia lenta di una parola lunga, la vita di una sillaba in mezzo ad altre sillabe, il racconto uditivo creato da una successione di vocali chiuse o aperte.

Quel cuore di carta si mise a danzare, quando scoprì che le parole erano simili ad altrettanti strumenti o voci da far suonare insieme, in modo sempre più appassionato e consapevole.

Continua

Così è andata. La storia è vecchia, ma non è mai finita. Come sempre continua a interrogare (e a interrogarvi), sedimentare, decantare, sperimentare.

Di Federica Segalini

🌱 Allenatrice di voce scritta. Ex copywriter ed ex ghostwriter, ti accompagno a scrivere in concretezza. Valori, identità personale e professionale, sguardo sul mondo sono la tua voce unica: trova la tua voce scritta.

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